lunedì 6 luglio 2015

Paolo Bacilieri e... la rabdomanticità trans-genere

Zeno Porno, alter ego di Paolo Bacilieri.
Pochi giorni fa si è conclusa a La Spezia, presso Spazio 32, l'interessante mostra "Fun" dedicata a PAOLO BACILIERI (tenutasi dal 20 maggio al 30 Giugno scorso), autore e disegnatore che seguo con grandissimo interesse e ammirazione sin dagli anni '80-'90 dello scorso millennio. 
Purtroppo non ho potuto presenziare all'evento ligure (ma è possibile ammirare alcune foto sulla pagina Facebook di Spazio 32: qui), ma ho generosamente ricevuto il catalogo (ringrazio Spazio 32 per l'invio) e l'idea della mostra è servita da stimolo per concretizzare (finalmente!) una "chiacchierata" con Bacilieri che desideravo fare da diverso tempo.

Per "i più distratti" ricordo che Paolo Bacilieri, autore con una carriera pluridecennale, è uno dei fumettisti più originali nel panorama italiano contemporaneo, apprezzato da pubblico e critica, collaboratore regolare della Sergio Bonelli Editore, per cui ha disegnato su testate e personaggi come Napoleone, Jan Dix, Dampyr e Dylan Dog. Tra i suoi lavori SBE più recenti segnalo Orfani: Ringo N. 8 e Il prezzo dell'onore per la collana Le Storie. Come autore completo i suoi ultimi graphic novel sono Sweet Salgari e Fun (per cui ha vinto il premio Micheluzzi 2015 nella categoria "Miglior disegnatore"), entrambi editi da Coconino Press.

Nel seguito potete leggere l'intervista condotta via email nel mese di Giugno e Luglio.
Un sentito ringraziamento a Paolo per la sua consueta gentilezza e disponibilità e... per gli ottimi fumetti prodotti in questi anni e... per quelli che realizzerà!
Buona lettura!

Pagina Wikipedia dedicata a Bacilieri: qui.
Il blog personale di Bacilieri: qui.
Il catalogo della mostra "Fun.
smoky man: Dopo Fun, arriverà More Fun. Originariamente era stato pensato per essere un libro unico ma ti è letteralmente esploso in mano, dopo lo spunto fornitoti da Bartezzaghi per una storia sui cruciverba e la tua decisione di “incastrare” questo argomento con altre storie realizzate in precedenza e con materiali creati per l’occasione. Che cosa puoi rivelarci su More Fun, a parte la presenza nota di George Perec?
Paolo Bacilieri: Tutto vero.
Mi piace scriverlo così: "more FUN".
Sarà sia per struttura che contenuti uguale a Fun: la parte storica riprenderà da dove si era interrotta, dall'arrivo cioè del cruciverba sul NY Times, per poi passare prima in Francia, negli anni 70 di Perec e poi finalmente in Italia, con il tuo conterraneo Cav. Ing. Comm. Conte di S. Andrea Giorgio Sisini che fonda La Settimana Enigmistica e con quello che chiamo "lo sconosciuto più famoso d'Italia", Piero Bartezzaghi.
Queste vicende verranno interrotte da quelle contemporanee milanesi di Pippo Quester e Zeno Porno (lo so, ho lasciato in sospeso un po' di cose) e da alcune storielle brevi, caratterizzate dal colore, ripescate, rivedute e corrette.
Quali difficoltà hai incontrato e superato nella realizzazione di Fun e More Fun? Oppure si è trattato più di una sorta di sfida appassionante, analoga al risolvere un cruciverba particolarmente complesso? Visto il titolo spero però che ti sia comunque… divertito! :D
Probabilmente più che alla soluzione, somiglia alla creazione di un cruciverba: invece che parole ho cercato e cerco di incastrare insieme storie e storielle; un po' quel che faccio sempre, però più esasperato. A volte ci stanno perfettamente altre volte le devo prendere a martellate...

More Fun uscirà a fine anno, vero?
Io ci credo e ci sto lavorando. Se non ce la dovessi fare si andrà comunque ai primi mesi del 2016.

Hai già nel “mirino” un altro progetto personale? So che sei al lavoro su uno degli speciali di Hollow Press, in proposito puoi svelarci qualcosa? Sono molto curioso al riguardo, considerando il livello di contagiosa “weirdness” della proposta editoriale di Michele Nitri.
Eh, sì, è un periodo così, vari progetti in cantiere a diversi stadi. Su quello HP non posso dire molto, se non che si tratta di un vecchio soggetto, risalente ad una dozzina di anni fa che aspettava nell'ombra l'occasione di essere ripreso e sviluppato.

I tuoi primi lavori pubblicati risalgono agli inizi degli anni ’90 del Secolo scorso. E via via negli anni - sei oltre i 20 anni di carriera - ti sei affermato e distinto per uno stile di disegno originale e per la tua capacità di lavorare sia nell’ambito del fumetto popolare, vedi la tua produzione in Bonelli, sia come autore completo con le tue graphic novel e le opere più personali (per quanto certe distinzioni in categorie siano opinabili). Per questo, in anni recenti, si parla spesso di te come un “punto di riferimento”. In una intervista di qualche tempo fa, credo di ricordare, tu abbia fatto il nome di Sergio Toppi, dicendo che dopo la sua scomparsa i fumettisti della tua generazione, in qualche modo, si siano sentiti o debbano sentirsi un po’ più “responsabilizzati”. Non so se sono riuscito a spiegarmi ma vorrei sapere come ti senti rispetto a questo discorso…
Sì, di sicuro ci si sente più soli, anche se preso dalle contingenze "lost in day to day", raramente ho il tempo di pensarci. Ma credo che questa mia generazione di autori italiani di fumetti, rappresenti una specie di collegamento, un ponte, un elastico tra questo dannato 21esimo secolo e quella grande ricchezza e specificità della seconda metà del '900 con la quale siamo cresciuti e (questo vale senz'altro per me) che ci ha formati. Ci ha reso quello che siamo.
Tavola tratta da Orfani: Ringo N. 8. Colori di Stefania Aquaro.
Bianco e nero oppure colore: quale prediligi e perché?
Non vorrei sembrare una specie di reazionario, in certi casi il colore è indispensabile. Provo anche una profonda invidia nei confronti di quei colleghi bravissimi che fanno cose straordinarie con acquerelli, tempere etc.
Rimango però un assoluto feticista del bianco e nero e mi ritengo fortunato visto che da anni faccio, per Bonelli ad esempio, storie in purissimo b&n.

Parlando di colore: come è stata la tua esperienza sul recente albo di Orfani, considerando sia la colorazione e il fatto d’aver diviso l’albo con un altro artista?
L'altro artista, Werther [Dell'Edera, N.d.R.], è davvero bravissimo, lo tenevo d'occhio da tempo, mi piace un sacco, pur essendo agli antipodi rispetto al mio modo di lavorare. Un autore di cui sentiremo ancora parlare molto, poco ma sicuro.
Direi che Roberto [Recchioni, N.d.R.] ci ha intelligentemente "cucito addosso" la sceneggiatura, perciò per me è risultato anche piuttosto facile lavorarci, sempre tenuto conto del discorso precedente.
Illustrazione per il portfolio Dylan Dog Monsters, progetto dell’associazione "La Nona Arte".
Hai frequentato diversi generi: horror, noir, fantascienza, western, autobiografia… c’è qualcosa che ti manca o pensi che la questione del “genere” sia superata e sia semplicemente un’etichetta semplificatrice e che quello che importa davvero è avere “una buona storia”?
Assolutamente. La storia è quello che conta, a prescindere dal genere. Al di là del discorso buona o cattiva dovrebbe avere qualcosa che parla a te, autore, disegnatore, personalmente. In qualche modo ti chiede di essere disegnata. Da te.
Questo per dire che la mia rabdomanticità trans-genere deriva più che altro da scelte istintive.

Architetture, città, ambienti: nelle tue opere c’è sempre una grande attenzione a questo aspetto, come se fossero dei “personaggi” a tutti gli effetti. Da cosa nasce questo tuo interesse e, ipotizzo, necessità artistica? Personalmente penso siano aspetti fondamentali, per quanto a volte “invisibili” o dati per scontato dal lettore, per dare corpo e consistenza ad una storia…
Confermo quanto dici, ma dove arrivi questo mio interesse per l'architettura non saprei. Sono cresciuto perlopiù in un minuscolo, incantevole borgo immerso nel verde Weneto (ciao Molina!), non so quando esattamente ma ad un certo punto mi sono innamorato del cemento armato!
Mi piace il '900, in particolare l'architettura del dopoguerra, qui a Milano ci sono cose bellissime, a cominciare ovviamente dalla Torre Velasca!
Tavola tratta da Sweet Salgari.
“Aò, il libro piace.” è l’anagramma - splendido, direi - del tuo nome e cognome trovato (creato?) da Stefano Bartezzaghi. Puoi indicarci tre libri, non solo a fumetti, che ti sono piaciuti di recente e perché?
Mica facile!
Leggere mi piace molto ed è sempre una cosa in divenire...vediamo:
Louis Riel di Chester Brown, mi mancava, l'ho trovato di recente allo Strand (la mia libreria preferita!). Una biografia a fumetti minimalista e monumentale.
Il gaucho insostenibile, raccolta di racconti bellissimi di Roberto Bolano, scrittore gigante.
Bartleby lo scrivano, Melville, da rileggere almeno una volta l'anno!
"Ah, humanity!"

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Le interviste precedenti:

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