venerdì 17 giugno 2011

Andrea Ferraris: Bottecchia e… paperi & topi!

Ho conosciuto ANDREA FERRARIS durante l'ultima edizione del Comicon. Avevo ovviamente già sentito parlare di lui ma non c'era mai stata occasione, prima d'allora, di incontrarci di persona. Debbo dire che da subito ci siamo trovati in gran sintonia (non fate i maliziosi, dai :)), fatto accresciuto dallo scoprire che oramai, dopo tanto girovagare, Andrea è diventato.. un sardo adottivo!!!
Per cui... è un vero piacere per me ospitare in questo umile spazio una chiacchierata con lui.

Per chi non lo sapesse Andrea Ferraris è un apprezzato disegnatore Disneyano che di recente ha realizzato insieme a Giacomo Revelli il romanzo a fumetti Bottecchia edito da Tunué, incentrato sulla figura del ciclista Ottavio Bottecchia, primo vincitore italiano del Tour de France. Di questo e dei suoi progetti abbiamo parlato nell'intervista a seguire. Enjoy!

Segnalo che nella giornata di Venerdì 17, alle ore 19, presso la Libreria Piazza Repubblica (Cagliari) si terrà un incontro con l'autore.

Come è nato Bottecchia?
L'idea di realizzare un fumetto sulla vita di Ottavio Bottecchia risale a diversi anni fa. Fu un libraio e amico genovese a farmi leggere un breve racconto sul ciclista  scritto da Giacomo Revelli. Nel racconto c'erano molti ingredienti che mi interessavano. Contattai Giacomo e ci mettemmo al lavoro, a più riprese, sul soggetto.
Intanto cominciai a disegnare qualche pagina per cercare uno stile adatto alla storia. Quelle prime tavole,molto lontane dalle definitive, le portai a Napoli al Comicon e le mostrai, tra gli altri, a Massimiliano Clemente di Tunué, che rimase favorevolmente colpito da una bozza di copertina. Rimanemmo d'accordo che gli avrei spedito altre parti del lavoro. Gli impegni di lavoro con Disney tuttavia non mi permettevano di lavorare con continuità,tanto che ad un certo punto avevo rinunciato al progetto.
Quattro anni dopo a Barcellona, dove mi ero trasferito per lavorare per Egmont sulle quattro strisce alla Barks, incontrai di nuovo Massimiliano che mi chiese di Bottecchia. Fu grazie a lui che ripresi in mano il lavoro, questa volta con maggiore determinazione.

Perché una biografia a fumetti su un ciclista?
Ci sono nel racconto della vita di Bottecchia diversi aspetti che mi interessavano: certamente le gesta sportive e il fatto che di queste si conosca ancora oggi molto poco; la determinazione di un umile figlio di carrettiere che riesce senza mezzi e conoscenze ad arrivare a vincere la corsa più dura e prestigiosa del tempo; la durezza della corsa con le sue regole spietate; il formarsi della coscienza politica di Bottecchia che lo portò a scontrarsi con il regime; i diversi personaggi che fanno da contorno alla vicenda.
 
Tavole tratte da Bottecchia.
Sei identificato soprattutto come un autore Disney. Cosa rappresenta per te Bottecchia, dal punto di vista creativo?
Questo forse è stato l'aspetto più interessante del lavoro. Dopo molti anni passati sugli stessi personaggi e, sopratutto su uno schema di lavoro consolidato, la difficoltà maggiore è stata quella di trovare uno stile che mi permettesse di differenziarmi dal mondo Disney.
Dal punto di vista creativo rappresenta la mia voglia di cominciare a raccontare, se me ne sarà data occasione, storie più vicine ai libri che leggo, ai film che guardo o alla realtà che vedo.
Paperi... made in Italy
Rovesciando la domanda, paperi e topi, che ruolo hanno avuto e hanno nella tua carriera?
Paperi e Topi sono fondamentali. Sono personaggi favolosi che amo moltissimo. Sono stato il terreno per crescere come disegnatore e per imparare il mestiere.
L'esperienza con Egmont, a Barcellona, mi ha ulteriormente arricchito. Lavorare sulle quattro strisce mi ha permesso un approccio alla tavola molto differente a quello a cui ero abituato con i lavori per il Topolino italiano. Ha regalato maggiore profondità alle vignette e una costruzione più rigorosa dei personaggi rispetto allo stile italiano che è invece più moderno e dinamico.
Disegno per la copertina di Bottecchia.
Tornando a parlare di Bottecchia. Quale è stato il tuo contributo alla storia? Alla sceneggiatura intendo... O ti sei "limitato" ai disegni?
Ho realizzato lo story board partendo dalla novella di Giacomo. Alcune parti erano state lavorate da Giacomo con dialoghi che ho preferito mantenere. In altri casi, come per esempio la parte iniziale con Bottecchia bambino che sente raccontare del Tour dal figlio del farmacista, ho scritto io direttamente rinviando poi a Giacomo per la discussione.
Attenti ai Bassotti!
Quanto hai dovuto lavorare per trovate uno stile adatto al tipo di racconto, al di là dei riferimenti Disney? Penso ad illustri predecessori "disneyani" impegnati in lavori non Disney come Cavazzano, con la sua sintesi "caricaturale" o i realistici Mastantuono e Celoni...
Come ti dicevo è stata la parte più dura. Tu mi citi tre giganti del fumetto che, beati loro, passano dallo stile realistico al comico senza apparente fatica. Per creare lo stile con cui alla fine ho deciso di realizzare Bottecchia ho guardato sopratutto a cose francesi come per esempio i fumetti di Larcenet, Baru o altri autori del gruppo di Poisson Pilote. Altri riferimenti  importanti sono stati  i lavori di Igort e Gipi.
Progetti prossimi venturi...
Progetti per il futuro? Altre graphic novel? Sempre paperi e topi? :)
Sto lavorando su un racconto scritto da me. Ho già uno “story” di massima, sulle 120 tavole ma prevedo che crescerà ancora. Ho preparato una decina di pagine che non considero definitive (le ho già disegnate diverse volte) ma sento finalmente di essere vicino allo stile con il quale vorrei realizzare la storia. Ho anche un’altra idea, che per ora è solo una bozza, ma ti posso dire che tratterà di minatori e opere liriche e sarà ambientata intorno agli anni '30.
E… naturalmente si continua con i Paperi: in questo momento sto disegnando per Egmont una storia di Paperino con Archimede.

Grazie Andrea per la tua disponibilità. 
A si biri! :)

Tutte le immagini a corredo sono © degli aventi diritto.

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