giovedì 30 maggio 2013

ritorno a Scuola (di Fumetto)

Dopo qualche anno d'assenza e con grande piacere, ritorno sulle pagine di Scuola di Fumetto, la mai troppo lodata rivista dedicata alla Nona Arte diretta con piglio, passione e competenza da Laura Scarpa. Un numero ricchissimo come al solito (fate un salto qui per maggiori dettagli) a cui ho contribuito con una traduzione "ragionata" di una lunghissima intervista ad ALAN MOORE (ovviamente!) realizzata nel mese d'Aprile dall'amico Pádraig Ó Méalóid, fenomenale studioso ed esperto dello scrittore di Northampton.

Non aggiungo altro se non invitarvi a correre in edicola o in fumetteria (nei prossimi giorni) per "accaparravi" una copia. Buona lettura! :)
Anteprima da Scuola di Fumetto N.88

martedì 28 maggio 2013

Franco Brambilla: la Fantascienza è qui!

Quando partii, nel  Dicembre 2011, con questa serie (a cadenza irregolare) di interviste, l'obiettivo era puntato sul mondo del Fumetto, declinato in tutte le sue voci (anche se l'intento è ben lontano dall'essere raggiunto) ma era implicita la probabile apertura verso mondi "contigui", a volte fortemente connessi, con la Nona Arte.

In questo caso si tratta d'Illustrazione ed è un vero piacere per me parlarne con l'amico FRANCO BRAMBILLA, senza alcun ombra di dubbio, l'illustratore che in Italia è "simbolo" della Fantascienza grazie alle sue apprezzatissime copertine di Urania e Urania Collezione, e non solo.

Buona lettura e... un grazie speciale all'autore per la sua gentilezza e disponibilità.

Maggiori informazioni su Brambilla sul sito: qui. Altre info qui e qui.
Una visita su Mondourania è d'obbligo.
Qual è il tuo “processo di lavoro”? Qual è il tuo approccio ad un’illustrazione? Immagino dipenda da caso a caso, ma ad esempio, per le copertine di Urania, leggi prima il libro o una sinossi, oppure l’editor ti da delle indicazioni sull’immagine…? È un modus operandi quanto “generalizzabile”, stante la tua esperienza? 
Franco Brambilla: Solitamente ricevo un brief dall'editor e dal curatore: breve riassunto del romanzo e un paio di idee su cosa mettere in copertina. Mi lasciano comunque molta libertà di interpretazione. Credo che in generale si faccia così, qualche volta con i classici della fantascienza mi è capitato di aver già letto il libro e quindi propongo io alla redazione delle immagini. Conosco anche un illustratore che prima di creare la copertina pretende di leggere tutto il libro ma è una rarità. Personalmente non penso che in copertina si debba vedere tutta la storia e i personaggi… non è necessario. Molto meglio creare un'immagine d'impatto, drammatica e che incuriosisca il potenziale lettore ad acquistare il libro.

Una volta decisa, più o meno, l’idea per l’illustrazione, come procedi? Vai direttamente in digitale? Che programmi usi? Immagino si tratti di applicazioni di modellazione 3D… insomma, quali sono i “trucchi tecnici”?
Lavoro solo in digitale da sempre e… orrore, non faccio mai "le matite" ne uso la penna grafica ma solo il vile "mouse"! Modello con programmi 3D gli oggetti da inserire nella scena partendo da zero o  da altri modelli 3D che si possono scaricare gratis o a pagamento dalla rete. Faccio modellismo statico fin da bambino e ho sempre creato modelli customizzati di astronavi e velivoli partendo da confezioni di aerei, auto e carri armati.

Un passo indietro. Sei partito dal 3D o sei approdato al 3D? Nasci come modellatore o come illustratore “tradizionale”?
Sono "approdato" al 3D. Quando ho fatto il corso di illustrazione i computer stavano arrivando ma erano ancora una novità rara e costosa. Gli stessi programmi con cui lavoro non esistevano o erano complicatissimi da imparare. Ho studiato tutte le tecniche tradizionali ma, quando sono uscito dall'Istituto Europeo di Design, gli studi e le agenzie cercavano gente che imparasse ad usare i computer che avevano acquistato e che ancora non sapevano utilizzare. Averne uno a livello professionale con scanner e stampante era ancora un sogno per un giovane illustratore… i prezzi erano astronomici!
Il 3D è stata una evoluzione di quello che facevo con la modellazione tradizionale. Come fotografavo i modelli che costruivo così faccio ancora adesso nel computer: foto "virtuali", ecco come definirei le mie illustrazioni.
Quali sono gli illustratori, digitali e non, o in generale gli artisti che ti hanno influenzato e/o che ammiri e segui e hanno avuto un impatto sulla tua visione creativa?
Karel Thole fin da bambino… mi ha attirato dalle copertine degli Urania che sbirciavo sulle bancarelle dell'usato in giro per Milano e nei posti di mare. Poi tutti i grandi "aerografisti" degli anni 70/80 da Chris Foss a Tim White e Jim Burns. I designer un po' folli come Syd Mead e Colani. Sono un grande appassionato di illustrazione fantastica e nel mio piccolo quando posso colleziono libri, portfolio e i fantastici libri tipo "The Art of…" che raccolgono schizzi e illustrazioni realizzate per film di fantascienza (spesso sono molto meglio del film stesso). Infatti non vorrei dimenticare Ralph McQuarry uno degli artisti che ha contribuito maggiormente a visualizzare il mondo di Star Wars.

Legato al processo creativo, so che da tempo lavori in studio, con altri creativi. Come è questo tipo di esperienza? Che impatto ha sui tuoi lavori? C’è una qualche forma di collaborazione con i tuoi colleghi su specifici progetti…? O semplicemente stare in studio permette una routine lavorativa che “forza” il creativo a dei “ritmi normali”?
Lavorare con gli altri è basilare. Io sono da sempre in studio con altri amici grafici e  illustratori. Confrontiamo sempre i nostri lavori ed è utilissimo ascoltare le critiche competenti ma giustamente distaccate che permettono di migliorare l'immagine definitiva. Un cambio di colore o un taglio radicale  qualche volta hanno salvato l'immagine che da "papà" difendevo senza vederne i difetti, la ridondanza.

Dal tuo personale osservatorio, qual è la tua percezione riguardo lo stato attuale dell’illustrazione in Italia? E all’estero?
Dal punto di vista della creatività direi che  "sta una meraviglia"… digitale e tecniche tradizionali, miste stanno producendo ibridi meravigliosi. I giovani sperimentano tantissimo e realizzano immagini molto forti. La rete ti da la possibilità di assorbire tantissimo e di conoscere punti di vista molto diversi e innovativi non soltato di colleghi illustratori ma di fotografi e artisti che magari stanno dall'altra parte del pianeta. Come riconoscimento economico invece andiamo molto male… i compensi sono quelli di dieci anni fa quando ci sono e il riconoscimento di autore non è sempre facile da ottenere. Personalmente non posso però lamentarmi direi… :)
Puoi parlarci del progetto “Uraniarama”? Come è nato? Perché hai deciso di autoprodurlo e di venderlo direttamente?
Nasce dalla voglia di celebrare i dieci anni di vita di una delle collane mondadoriane a cui sono più affezionato: Urania Collezione. Collana creata nel 2003 da Giacomo Spazio e Giacomo Callo con una grafica innovativa che è stata cambiata quest'anno sostituita da una nuova veste che ha riportato "nel cerchio" le mie immagini. Anche questa grafica, che si rifà agli anni d'oro della fantascienza in edicola, mi piace comunque molto ma ho proprio sentito l'esigenza di raccogliere le 121 copertine "a tutta" pagina in un libro che celebrasse dieci anni di lavoro, amicizia, sfide e feroci ma amichevoli litigate.  Ho cercato stampatori interessati, editori (Mondadori in primis) che volessero produrlo ma mi è stato detto che in Italia non c'è mercato per produzioni di nicchia così costose. Gli stampatori inoltre pretendevano comunque che ordinassi un quantitativo minimo di centinaia di copie e non avendo soldi da investire ho preferito realizzarlo online e renderlo disponibile solo tramite ordine diretto a me. Costa tantissimo ma questo progetto va visto come un folle libro d'artista che verrà stampato in 121 copie firmate e numerate. Sul mio sito ho postato una cartella apposita con spiegazione e qualche foto.

Domanda inevitabile dato il tuo “ruolo” di copertinista, come ti sei sentito a seguire le orme di Karel Thole? Come ti senti ora… molte copertine dopo? Ovviamente i vostri approcci sono diversi e questo in parte minimizza, diciamo, “confronti diretti”, ma credo che i lettori siano soddisfatti delle tue visioni fantascientifiche. Personalmente penso che i tuoi lavori riflettano di più la concreta, materiale contemporaneità di una società tecnologica come la nostra mentre le copertine di Thole evocavano spesso un ignoto misterioso che oggi forse, proprio di fronte ai progressi high-tech che ci circondano, avrebbe una minore efficacia.
Sono felice quando mi si accosta a lui. Non faccio mistero del fatto che se, fin da piccolo, ho sempre voluto fare l'illustratore "spaziale" è stato grazie ai suoi lavori. Io ne ho molti raccolti in libri e ultimamente ho avuto la fortuna di vedere una quarantina di suoi originali in mostra in una galleria d'arte. Sono ancora strabilianti, hanno ancora una forza molto potente.
Pensando anche al tuo intrigante progetto “Invading the Vintage” sembra ci sia una qualche ricerca di una poetica basata su una sorta di ponte o di mash-up tra futuro e passato. Una visione in qualche modo condivisa da, credo, gli artisti Pixar… Ad esempio, Wall-E trova l'anima dell'umanità nel VHS di un musical degli anni ‘50. L'anima delle cose è sempre nel passato? E in questo senso torniamo al classico immaginario cristallizzato in Blade Runner. Tenendo conto che sei chiamato a rappresentare il futuro, il fatto che tu lo faccia anche guardando al passato… è un curioso cortocircuito.
Il passato e l'infanzia, direi. La mia generazione è cresciuta e si è formata negli anni 70 e 80. L'uomo andava ancora sulla luna e si pensava che da grandi tutti avremmo visto macchine volanti nei cieli delle nostre città e che saremmo andati in vacanza su alberghi orbitali. La fantascienza era ovunque… cinema, fumetti e libri. Urania era settimanale o quasi e vendeva 70000 copie! Personalmente non ci vedo il cortocircuito passato-futuro… riverso semplicemente nel mio lavoro ciò che mi ha influenzato e appassionato negli anni della crescita e la malinconia per un futuro ottimista e tecnologico che non si è avverato.

Tu e i fumetti. Li leggi? È un medium che ti interessa? Hai preferenze e/o serie/autori che segui e/o “graphic novel” che recentemente hai letto che ti hanno colpito?
Ne ho sempre letti e continuo a farlo. Mi piace tutto che è scifi naturalmente: dai manga (Eden, Planetes, 2001 Nights) ai supereroi, alle graphic novel. Da Moebius a Sydney Jordan… i mitici fumettisti di Methal Hurlant e Nova Express. Le opere di Alan Moore, naturalmente.
In passato hai gentilmente collaborato con me ad alcuni progetti fumettistici: una short su Strangehaven (insieme a Camuncoli), una illustrazione dei Fantastici Quattro per un volume omaggio a Kirby e un’altra per il ventennale di Watchmen. Ti piacerebbe realizzare delle copertine di una serie in particolare? Probabilmente per Iron Man saresti perfetto! 
Adoro Iron Man e le sue tutine… ne ho fatta una per la copertina di Sbam! La trovi sul mio sito dentro la cartella "Comics".

Ultima, prima di chiudere: sei mai stato tentato dall’animazione, visto che col 3D è “relativamente semplice”?
Ah ah ah ah… io lavoro con computer vecchi di otto anni… per fare un rendering certe volte ci metto una notte intera, per animare un secondo bisogna realizzare 24 rendering… stai scherzando  vero?? :)
In ogni caso penso che sia un altro lavoro rispetto a fare l'illustratore come lo è fare fumetti…hanno tutti a che fare con l'immagine ma comportano altre doti e capacità oltre a quelle tecniche che possono essere comuni o sovrapporsi in alcuni casi.
Un ringraziamento speciale all'amico Luca Paciolus per il prezioso aiuto.

Tutte le immagini sono © Franco Brambilla.

Le interviste precedenti:

venerdì 24 maggio 2013

recensioni in 4 parole [6]

L'orrore in agguato.
La fantascienza dei sentimenti.
Piccolo fantasy di classe.
Solite famiglie con super-problemi.
********* 

Abbiamo detto 4 parole su: 
Storia e disegni: Koren Shadmi
Formato: webcomic
Anno di pubblicazione: 2011-2013
Per qualche parola in più: QUI

L'intervista
Storia e disegni: Manuele Fior
Editore: Coconino Press/Fandango
Formato: brossurato, 176 pagine, bianco e nero
Prezzo: € 17,50
Anno di pubblicazione: 2013 
Per qualche parola in più: QUI (Garage Ermetico: intervista all'autore)
Book-trailer: QUI

The Mire
Storia e disegni: Becky Cloonan
Editore: Auto-produzione
Formato: 22 pagine, bianco e nero
Prezzo: $ 5.00
Anno di pubblicazione: 2012
Per qualche parola in più: QUI 

Jupiter's Legacy N.1
Storia: Mark Millar
Disegni: Frank Quitely
Editore: Image Comics
Prezzo: $ 2.99
Anno di pubblicazione: 2013
Per qualche parola in più: QUI

lunedì 20 maggio 2013

Mark Millar: il Re del Mainstream

Jupiter's Legacy N.2: copertina di Frank Quitely.
In questi anni, lo sceneggiatore scozzese MARK MILLAR si è imposto come un autore capace di coniugare l'avventura, soprattutto di matrice supereroistica, innovandola, con intelligenza e spiccato "fiuto per gli affari", mediante mirati "innesti" di "temi" contemporanei (reality tv, gossip, videogame, cosplay, temi politici su tutti). Lo ha fatto restando sempre nel solco del mainstream e, al contempo, in riuscito equilibrio tra collaborazioni per le grandi case editrici su testate e personaggi comporation-owned (Superman: Red Son, Civil War, Wolverine, Ultimates) e "auto-produzione/auto-promozione" di proprie creazioni (Wanted, Kick-Ass, Nemesis, Superior, Supercroocks, Secret Service) con diretta ricaduta in adattamenti cinematografici (Wanted, Kick-Ass).
In passato ho avuto qualche contatto con Millar - che nel 2003 ha generosamente contribuito con uno scritto al "mio" Alan Moore: Ritratto di uno Straordinario Gentleman - e più volte siamo stati sul punto di realizzare un'intervista ma alla fine, per un motivo o per l'altro, non se n'è fatto mai nulla.

Così qualche giorno fa, leggendo il N.1 di Jupiter's Legacy, l'ultima creazione di Millar per i disegni del fenomenale Frank Quitely, edita dalla Image, mi sono imbattuto nello spazio mini-intervista ("The Third Degree") questa volta dedicato proprio a MILLAR, in occasione dell'uscita della sua nuova serie.

Nel seguito potete leggere l'intervista che, non autorizzato, mi sono "azzardato" a tradurre.
Sperando di non recar danno ad alcuno e d'aver reso un servizio utile a tutti gli appassionati, vi auguro... buona lettura! :)

Sito ufficiale di Mark Millar: qui.
Twitter: @mrmarkmillar
Pagina Wikipedia in Italiano: qui.
Pagina Wikipedia in Inglese: qui.
Jupiter's Legacy N.1: copertina di Frank Quitely.
A cosa stai lavorando al momento?
Sto lavorando ad un bel po' di cose. Ci sono tre serie targate Millarworld: Kiss-Ass 3, Jupiter's Legacy e un terzo titolo per la Image di cui parlerò ufficialmente molto presto, con un disegnatore con cui volevo lavorare da anni. Oltre ai fumetti, abbiamo appena terminato il secondo film di Kick-Ass e Matthew Vaughn sta preparandosi a partire con le riprese di The Secret Service che ha appena finito di scrivere in collaborazione con la bravissima Jane Goldman. 

Qual è l’aspetto migliore del tuo lavoro?
Aver lavorato quest'anno con Frank Quitely, John Romita Jr., Dave Gibbons e Leinil Yu. Non importa quello che scrivo, i loro disegni lo fanno sembrare valido. Gli altri due disegnatori con cui sto lavorando sono autori che ho sempre ammirato moltissimo ma non avevamo mai collaborato prima d'ora. È eccitante. Come un primo appuntamento. 

E l’aspetto peggiore?
Twitter. Davvero, è una droga digitale. Sono sempre connesso e mi sta davvero uccidendo. Se avessi un lavoro normale i miei capi mi avrebbero licenziato da mesi. Credo d'inviare un tweet dopo ogni riga di dialogo che scrivo. Non ho il minimo auto-controllo. E ho un'opinione su tutto, da Tarantino a Bieber. Non c'è nulla su cui @mrmarkmillar non abbia qualcosa da dire.
The Secret Service N.6: copertina di Dave Gibbons.
Come hai scoperto i fumetti?
Ho quattro fratelli più grandi e tutti erano, con diversi livelli di coinvolgimento, appassionati di fumetti in un momento in cui esserlo non era una cosa "cool" e loro erano dei tipi "cool". Per cui compravano i fumetti e dicevano di farlo per il loro fratello più piccolo, ma io restavo lì ad aspettare fino a che loro non li avevano letti lentamente con grande attenzione. Era un'agonia. Le edizioni qui in Scozia erano in bianco e nero e mi divertivo parecchio a colorarle. Non capitava spesso di trovare dei comics americani per cui coloravo i miei e facevo finta che fossero dei veri comics e mi sembrava fosse una cosa davvero entusiasmante. Ma in verità avevano l'aspetto di comics americani di m$%#a in cui il colorista non era riuscito a stare dentro le linee dei disegni. 

Se non facessi fumetti, che cosa faresti?
Non ho potuto fare studi artistici a scuola perché ho avuto un indirizzo piuttosto accademico e, sembrerà strano, ma l'arte non era vista di buon occhio ma come una materia quasi di sostegno. Per cui ho studiato chimica, fisica, matematica superiore e una serie di altre cose che al tempo sembravano molto importanti. La gente pensava che la mia passione per il Fumetto fosse una perdita di tempo ma da adulto la mia conoscenza dei gas inerti, per esempio, è del tutto inutile. Per un po' di tempo ho pensato di fare il dottore e il piano B era fare l'economista, che ci creda o no, dopo aver capito che non sarei riuscito. Sono ancora patito d'Economia e ad essere sincero la mattina leggo online il Financial Times prima di andare su Comic Book Resources. La maggior parte delle persone si rilassa con la fiction ma, poiché passiamo tutta la giornata con la fiction, a noi scrittori piace rilassarci con i fatti. 

Qual è la cosa più bella che un fan ti ha detto?
"Potrebbe autografarmi questo fumetto?". Perché è essenzialmente una forma di vandalismo, se ci pensi. Ma il fatto che una persona tenga così tanto al tuo lavoro da permetterti di "rovinare" qualcosa per cui ha pagato e che apprezza è davvero un grande complimento.
Kick-Ass N.5: copertina di John Romita Jr.
Quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
Alan Moore e Frank Miller. Ci sono stati molti altri scrittori che nel corso degli anni mi hanno "folgorato" come Grant Morrison, Pete Milligan, Warren Ellis, Garth Ennis e, più di recente, autori come Jason Aaron e Scott Snyder. Ma Moore e Miller sono i miei Mamma e Papà.

Qual è il fumetto di cui vai più fiero?
Penso Kick-Ass. Wanted ha cambiato la mia vita perché mi ha permesso di diventare il padrone di me stesso, ma Kick-Ass è il lavoro di cui vado più fiero.

Qual è l’ultimo fumetto che hai comprato?
Ho letto i volumi di The Walking Dead, unendomi colpevolmente tardi alla festa. Gli ultimi albi che ho letto? Saga N. 8 e Thor: God of Thunder N. 4. Entrambi fantastici. Davvero di prim'ordine.

Qual è il miglior consiglio che hai ricevuto?
Senza alcun dubbio quello che mi diede Grant Morrison quando, all'età di 18 anni, lo intervistai per una fanzine e lui era al lavoro su Animal Man, il suo primo, importante ciclo di storie per gli americani. Volevo fare sia lo sceneggiatore che il disegnatore e lui mi suggerì di concentrarmi solo un aspetto perché era molto difficile avere successo in entrambi i ruoli. Un consiglio semplice ma molto pertinente. Da appassionato di fumetti non sempre ti rendi conto che si tratta di due lavori completamente distinti. Ed è una rarità eccellere in entrambi, come nel caso di Frank Miller o Barry Windsor-Smith. Se sei fortunato, diventare bravo in uno solo di questi ambiti è il "viaggio di un'intera vita".
The Third Degree (April 2013): Mark Millar.
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Le interviste precedenti: